Il motociclismo è una danza di velocità e coraggio che da decenni incanta il mondo. Dalle prime sfide pionieristiche alle moderne battaglie hi-tech, questa disciplina ha scritto pagine leggendarie del Motomondiale. Rivalità infuocate, vittorie epiche e colpi di scena indimenticabili hanno reso la MotoGP molto più di uno sport: è una passione che infiamma milioni di cuori in ogni angolo del pianeta. Quali sono state le principali evoluzioni – e rivoluzioni – di questo motorsport?
L'evoluzione della MotoGP
Dagli anni '20 con le prime gare italiane del “Motogiro”, fino alle sfide moderne, il Motomondiale ha attraversato decenni di evoluzioni tecniche e duelli leggendari, gettando le basi di uno spettacolo che continua a far battere il cuore degli appassionati.
Il campionato Mondiale della motocicletta iniziò con il Tourist Trophy sull'Isola di Man il 13 giugno 1949. Le classi di cilindrata erano quattro: 125cc, 250cc, 350cc e 500cc, un format rimasto intatto per decenni, fino all'arrivo di Moto2 nel 2010 e Moto3 nel 2012, pensate per valorizzare i giovani talenti e rendere la competizione più aperta e spettacolare.
All’inizio le motociclette erano “rudimentali”, in confronto ai bolidi ingegneristici dei giorni nostri: con motori a due tempi e pesanti telai in acciaio, le vetture dei primi tempi erano una versione standard dei gioiellini di oggi. Sospensioni semplici e freni a tamburo (i primi freni a disco arrivano solo negli anni ’70), è qui però che si inizia a sviluppare una prima idea di aerodinamica. Delle prime 26 edizioni del Campionato classe 500, ben 24 furono vinte da moto italiane, MV Agusta e Gilera su tutte.
Negli anni '50, la scuderia MZ della Germania Est rivoluzionò il motociclismo con un potente motore a 2 tempi da 200 CV, collezionando successi nelle classi 50cc, 125cc e 250cc grazie al talento di Ernst Denger. Nel 1961, Denger passò a Suzuki e, secondo la leggenda, portò con sé i segreti della tecnologia MZ, contribuendo a creare il motore a 2 tempi che avrebbe segnato l'era moderna delle corse. La vera grande evoluzione arriva grazie a una protesta – o meglio, un tentativo di differenziazione – dei giapponesi di Honda.
In quegli anni, infatti, le scuderie giapponesi erano state in qualche modo ostacolate a causa delle loro brillanti implementazioni che dal 1975 diedero il via a un’egemonia nipponica non vista di buon occhio. Di tutta risposta, alcune case del Sol Levante decisero di ritirarsi, tra cui la Honda, che nel 1976 lascia la classe regina per tornarvi solo dodici anni dopo reintroducendo di fatto i motori a quattro tempi: non esattamente un successo visto che riuscirono ad essere utilizzati solo all’11esimo GP di quella stagione, in Inghilterra.
È negli anni 2000 che finalmente, vediamo scendere in pista quelle che sono tutte le rapide innovazioni tecnologiche in ambito ingegneristico. Con il passaggio dal “Motomondiale” alla “MotoGP”, è messo in atto un rebranding che coinvolge anche alcuni potenziamenti ai mezzi e al regolamento tecnico: furono reintrodotti i motori 4 tempi, mentre la cilindrata delle moto salì a 990cc.
Alcune delle nuovissime tecnologie adottate in questo rinascimento del motociclismo furono il controllo di trazione, il cambio elettronico quick-shitfter, telai più leggeri e rigidi che uniti a innovativi freni al carbonio resero i mezzi altamente più maneggevoli e aerodinamici insieme alle avanzate centraline elettroniche. Nel 2012 poi, i mezzi della MotoGP furono nuovamente ripotenziati, raggiungendo la cilindrata di 1000cc.
Nel 2016 la MotoGP vive una svolta tecnica, con l'arrivo di Michelin come fornitore unico di pneumatici e l'introduzione obbligatoria della centralina elettronica unica. La mossa, pensata per livellare le prestazioni, centra l'obiettivo: la stagione registra ben 9 vincitori diversi, sintomo di una competizione più equilibrata che mai. Nello stesso anno, inoltre, la DORNA introduce per tutti i team l’uso della centralina ECU unica Magneti Marelli, con lo scopo di mantenere i costi sotto controllo.
Il futuro della MotoGP
Oggi la tecnologia delle due ruote ha raggiunto dei livelli altissimi e tutte le scuderie sono impegnate a rendere questo continuo progresso il più sostenibile ed eco-friendly possibile. In questo senso, l’aerodinamica è diventata una delle cose su cui fare più leva in ottica di risparmio e ottimizzazione dei consumi: nel 2016 Ducati ha introdotto le prime alette aerodinamiche, scatenando una rivoluzione copiata da tutti.
Tra sistemi di aerodinamica attiva, controllo della potenza curva per curva, freni in carbonio ultra-performanti e carburanti sostenibili (entro il 2027 dovranno essere il 100% dei carburanti usati in pista), la MotoGP è da sempre una fucina di innovazione, dove le soluzioni più avanzate testate in pista diventano il futuro delle moto di serie. La prossima sfida guarda alla sostenibilità: moto elettriche con la MotoE e carburanti green che non sacrifichino la velocità e le emozioni che rendono questo sport unico.